Fabrizio Corona è diventato il simbolo sommo del malcostume, dell’incultura, del trash televisivo, della burinaggine, ma a me sta simpatico. Ho le mie ragioni:
- Parla correttamente italiano: sa formulare frasi di senso compiuto e azzecca perfino i congiuntivi
- Non mi pare se la sia mai presa con qualcuno di più debole di lui
- Non è un giornalista, quindi è legittimato a non avere una deontologia professionale
- Conosce alla perfezione i meccanismi del circo mediatico, e sa come sfruttarli a suo vantaggio
Mi diverte, con una punta di tristezza, il suo proporsi come l’anti-bravo ragazzo, la sua strafottenza, il petto tatuato tirato a lucido. Mi fanno tenerezza le ragazzine che raccolgono le sue mutande e i ragazzini che si acconciano i capelli come lui.
Ma la cosa che più mi diverte sono i toni moralisti di chi lo addita a cattivo modello, facendo il suo gioco. I gruppi su Fb dal titolo “anche noi ci vergognamo che tu sia italiano” e chi si scandalizza perchè pubblicando “Le mie prigioni” ha infangato la memoria di Silvio Pellico. Tutta pubblicità.